Un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Clinical Cancer Research dal titolo “”CD99 Triggering in Ewing Sarcoma Delivers a Lethal Signal through p53 Pathway Reactivation and Cooperates with Doxorubicin”” dimostra la proficua collaborazione scientifica tra DIATHEVA ed istituti di ricerca pubblici italiani (CRS Sviluppo di Terapie Biomolecolari , Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna; Istituto Superiore di Sanità, Roma; Università di Urbino) per lo sviluppo di un nuovo anticorpo umano utile per il trattamento del sarcoma di Ewing.
Il sarcoma di Ewing è un tumore altamente maligno che compare principalmente nei bambini e negli adolescenti compromettendone seriamente la qualità e l’aspettativa di vita. Fortunatamente, il sarcoma di Ewing (EWS) è relativamente raro ma la sua rarità ha limitato i progressi sostanziali nella somministrazione della terapia. Infatti, gli importanti cambiamenti osservati negli ultimi dieci anni nel trattamento dei tumori hanno coinvolto solo in parte i sarcomi. L’anticorpo sviluppato dal team di ricerca che ha coinvolto Diatheva srl ​​è diretto contro la molecola presente sulla superficie CD99, un marker molecolare del sarcoma di Ewing altamente espresso dalle cellule di questo tumore. Il coinvolgimento del CD99 da parte di questo anticorpo induce una morte rapida e massiccia delle cellule del sarcoma di Ewing. L’evento chiave di questo processo è la degradazione di una molecola chiamata MDM2 che porta alla riattivazione del gene onco-soppressore p53 e del suo pathway. Infatti, nelle cellule del sarcoma di Ewing, il gene p53 è mantenuto inattivato da MDM2. Il meccanismo d’azione di questo anticorpo porta da un lato alla morte delle cellule tumorali e dall’altro attiva quei meccanismi molecolari che consentono un’attività antitumorale sinergica con farmaci convenzionali come la doxorubicina. Il trattamento combinato con doxorubicina è particolarmente efficace nell’indurre la morte delle cellule tumorali. L’efficacia e la specificità del trattamento anti-CD99 dipendono dal livello di espressione di CD99 ma anche dalla presenza dell’oncogene caratteristico del sarcoma di Ewing, la molecola chimerica EWS-FLI. In assenza di questo oncogene infatti il ​​processo di morte non avviene. Questo aspetto è particolarmente importante considerando che la molecola CD99 è espressa, seppur a livelli inferiori, anche in cellule normali e consente di prevedere una limitata tossicità del trattamento anticorpale.
Lo studio pubblicato su Clinical Cancer Research chiarisce così i dettagli molecolari del meccanismo d’azione dell’anti-CD99 e porta all’attenzione della comunità scientifica un nuovo anticorpo con il potenziale per diventare un nuovo farmaco.
Eventuali miglioramenti della cura per i pazienti con sarcoma di Ewing si basano principalmente su investimenti accademici e no profit. In questo contesto è importante sottolineare ulteriormente il contributo dell’Associazione Italiana di Ricerche sul Cancro (AIRC) che sta finanziando la ricerca del Dr. Scotlandi su questa nuova molecola ma anche la partecipazione dell’industria biotech Diatheva, azienda biotech del gruppo SOL, che ha creduto in questo progetto e ha permesso di indirizzare la ricerca verso lo sviluppo industriale di questo potenziale nuovo farmaco.

Comunicato Stampa